Sistema pensioni: quali sono le prospettive per gli italiani?
Nell’ultimo periodo è all`ordine del giorno imbattersi in articoli di giornale, servizi televisivi e dibattiti politici incentrati sul sistema pensionistico italiano e su eventuali modifiche più o meno sostanziali dello stesso.
In effetti gli assegni pensionistici cominciano ad essere insufficienti già solo per reggere i livelli attuali di inflazione, a causa dei quali c`è stata una rivalutazione delle pensioni già nel 2023 e, seppur con delle differenze, ci sarà nel 2024.
Tuttavia, ci sono aspetti che oramai già da 20 anni hanno un impatto negativo sulle pensioni e devono necessariamente essere analizzati per capire quali saranno le prospettive pensionistiche dei cittadini italiani più o meno giovani e come quest`ultimi possono correre ai ripari: siediti comodo e scopriamoli insieme!
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La dinamica delle pensioni in Italia
Il sistema pensionistico italiano è basato su un meccanismo piuttosto semplice: i lavoratori versano contributi che sono utilizzati per pagare le pensioni. Questo impianto prende il nome di “metodo contributivo” e prevede che il lavoratore al momento della pensione abbia una rendita a vita calcolata con un coefficiente di conversione del montante contributivo raggiunto.
Il problema però è che il coefficiente di conversione in rendita è tanto più basso quanto maggiore è la speranza di vita.
In effetti il fatto che la speranza di vita sia sempre più alta, cioè gli italiani vivono in media sempre di più, rappresenta in realtà un fattore di preoccupazione per le casse pubbliche.
Considerando che la popolazione italiana ha un tasso di invecchiamento notevolmente superiore rispetto a quello medio europeo e un tasso di natalità progressivamente più basso, i lavoratori hanno un grosso problema: le loro pensioni pubbliche riusciranno difficilmente a coprire la metà del proprio reddito pre-pensionamento proprio perché l`INPS dovrà erogare un numero sempre più alto di assegni pensionistici.
Ecco dunque che una delle implicazioni della dinamica in questione è l`innalzamento dell`età pensionabile: probabilmente un giovane lavoratore andrà in pensione a 72 anni (attualmente l`età pensionabile è di 67 anni) e con una pensione che non riuscirà a garantirgli il mantenimento del tenore di vita.
Per avere un`idea dell`entità della nostra pensione, è possibile consultare il simulatore al seguente link.
Aumenti pensione 2023 e principali novità 2024
Alla luce degli alti livelli di inflazione attuali, il 2023 ha visto a partire da gennaio un aumento delle pensioni indicizzato all’inflazione. La logica utilizzata nella rivalutazione delle pensioni è basata sul criterio delle fasce reddituali. Eccone una sintesi:
– pensioni fino a 2101,52€ mensili lordi: rivalutazione piena, dunque del 100% dell`inflazione (8,1%);
– pensioni fino 2626,90€ lordi: rivalutazione dell`85% dell`inflazione;
– pensioni fino a 3152,28€: rivalutazione del 53% dell`inflazione;
-pensioni fino a 4203,04€: rivalutazione del 47% dell`inflazione;
-pensioni fino a 5253,80€: rivalutazione del 37% dell`inflazione;
-pensioni oltre i 5253,80€: rivalutazione del 32% dell`inflazione.
Per ciò che concerne il 2024, l`impianto resterà lo stesso con le uniche 2 seguenti modifiche: la fascia rivalutata dell`85% nel 2023 passerà ad una rivalutazione del 90% nel 2024, mentre l`ultima fascia (32% nel 2023) si rivaluterà per il 22% dell`inflazione. Inoltre il 31 dicembre 2023 l`INPS verserà un conguaglio fino ad un massimo dello 0,8% in qualità di anticipo dell`incremento della pensione del 2024, che normalmente viene erogato a gennaio.
In merito alle altre novità del 2024, ecco le principali: possibilità di riscattare agevolmente vuoti contributivi fino a 5 anni, introduzione di quota 104 con 63 anni e 41 anni di contribuzione, dal 2025 la finestra per andare in pensione anticipata verrà adeguata alla speranza di vita, opzione donna con possibilità di andare in pensione a 61 anni, a 60 anni in presenza di un figlio e a 59 anni con più figli, posta la condizione di almeno 35 anni di contribuzione, accesso all`ape sociale con 63 anni e 5 mesi di età anagrafica.
Come compensare l`insufficienza della pensione pubblica
Alla luce della parabola discendente delle pensioni, è doveroso trovare delle soluzioni per salvaguardare il proprio tenore di vita anche al termine della carriera lavorativa. Se si consulta il sito della Ragioneria Generale dello Stato (www.rgs.mef.gov.it), si nota come i lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi avranno una pensione che rispettivamente ammonterà a circa il 60% e il 50% del loro ultimo reddito nella migliore delle ipotesi, fatta eccezione per alcune categorie di lavoratori che avranno addirittura difficoltà a raggiungere il 40% del loro ultimo reddito.
Insomma, nella migliore delle ipotesi il tenore di vita del lavoratore verrà comunque impattato in maniera particolarmente negativa.
Quali sono le possibili strade da intraprendere per correre ai ripari?
Premesso che va analizzata la situazione specifica di ogni singolo lavoratore, è possibile affermare che la costruzione nonché l`investimento di risparmio graduale o in un`unica soluzione sono i mezzi più efficienti con cui proteggersi.
Basti pensare che un piano di previdenza complementare permette al lavoratore di godere anche di importanti benefici fiscali, riuscendo allo stesso tempo a colmare quella differenza tra la pensione pubblica e il reddito pre-pensionamento.
Anche un piano di risparmio a medio-lungo periodo può generare importanti risultati, se si considera che per 1€ di contributi che il lavoratore versa allo stato gli verranno restituiti dai 0,30€ ai 0,60€ (nei casi migliori) come pensione.
Le soluzioni insomma ci sono ed è sempre il momento di iniziare a pensare al proprio futuro finanziario.
Se vuoi saperne di più, prenota una call gratuita o invia una mail a [email protected] chiedendomi un parere in merito a come raggiungere i tuoi obiettivi finanziari, sarò lieto di aiutarti ad individuare la strategia migliore per le tue esigenze!