Investimento nel BTP 2037: quali aspetti considerare
Con l’aumento dei tassi di interesse nel 2022, i BTP a lunga scadenza sono tornati ad essere oggetto di domande da parte dei risparmiatori.
In particolare, cerchiamo di capire se conviene investire nel BTP con scadenza febbraio 2037 e quali aspetti analizzare.
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Caratteristiche tecniche del BTP febbraio 2037
Il BTP in questione ha codice ISIN IT0003934657 e la sua negoziazione ha avuto inizio il 03/11/2008. Il titolo di stato italiano paga una cedola del 4% LORDO ANNUO (2% SEMESTRALE) ed è stato emesso alla pari, dunque ad un valore di 100. Ricordiamo che la cedola è calcolata sul valore nominale del titolo (100) e non sul suo prezzo di mercato (95,45 nel momento in cui scrivo). Il titolo ha un lotto minimo di 1.000€ e paga la cedola semestralmente.
Come tutti i BTP, l’imposta da pagare è pari al 12,5% sia su un’eventuale plusvalenza che sulla cedola. Ecco, dunque, che il 4% lordo di cedola diventa in realtà il 3,5% netto.

Conviene investire nel BTP 2037?
Come si nota dal grafico, se l’investitore avesse investito nel BTP 5 anni fa e avesse voluto venderlo oggi, si ritroverebbe con una perdita potenziale pari al -6,4%, a fronte di 5 anni di rendimenti positivi di un portafoglio bilanciato.
Bisogna tuttavia far riferimento alle ultime agevolazioni fiscali consentite dal governo italiano ai sottoscrittori di titoli di stato italiani.
L’investimento in BTP è escluso dal calcolo ISEE, non precludendo quindi l’accesso alle prestazioni assistenziali legate al calcolo dell’ lndicatore della Situazione Equivalente. Inoltre i titoli di stato italiani non rientrano nell’ imposta di successione.
Alla luce di quanto affermato fino ad ora, ha quindi senso investire nel BTP 2037? Una valutazione importante da fare riguarda la capacità del vantaggio fiscale di compensare le evidenti inefficienze che presenta lo strumento in questione in termini di diversificazione, rendimento e sensibilità ai tassi di interesse.
Infatti, 14 anni di orizzonte temporale sono adeguati per un investimento azionario o bilanciato, che rappresentano soluzioni sicuramente più efficienti di destinare il proprio risparmio ad un solo strumento.
D’altronde non dobbiamo dimenticarci del fatto che qualsiasi strumento finanziario è prima di tutto un mezzo per far crescere i propri risparmi. In effetti, l’efficientamento fiscale non dovrebbe essere legato ad un singolo prodotto, quanto piuttosto ad una pianificazione finanziaria a 360 gradi che tenga conto delle esigenze del singolo risparmiatore.