Come inflazione e tassi di interesse incidono sulle nostre vite
È ormai da dopo il periodo Covid che sentiamo parlare quotidianamente di tassi e inflazione, che hanno impatti significativi sulle nostre vite. Capirne le dinamiche e le combinazioni con altri fattori economici può essere utile per orientarsi in modo più consapevole nella vita di tutti i giorni.
In effetti ci troviamo in un periodo storico in cui il contesto economico è cambiato in modo repentino, per cui comprenderne le evoluzioni è alla base di una cultura finanziaria sana.
Indice dei contenuti
Inflazione e tassi di interesse
L’inflazione non è altro che la perdita di potere di acquisto patita dai consumatori. In sostanza con gli stessi soldi il consumatore potrà permettersi meno beni e servizi nel tempo. Nel periodo post Covid l’inflazione ha avuto un’impennata storica, ma è fondamentale capire che c’è sempre stata.
Basti pensare al prezzo del Cornetto Algida Classic, dal 2002 al 2023 passato da 0,90€ a 2,50€ , quindi un incremento del 178%.
Tuttavia, un altro meccanismo legato all’inflazione che viene percepito più difficilmente è la shrinkflation: diminuiscono le quantità acquistabili allo stesso prezzo. Ad esempio Barilla utilizza la confezione per la pasta di 400g piuttosto che quella da 500g, oppure Coca Cola che da una bottiglia di 500ml è arrivata ad una di 450ml.
Tuttavia, senza un incremento dei prezzi ad un tasso sostenibile non ci potrebbe essere crescita economica .
Cosa si intende per tasso sostenibile? In Europa l’istituzione incaricata di controllare la stabilità dei prezzi è la BCE (Banca Centrale Europea) che ha l’obiettivo di mantenere l’incremento dei prezzi ad un tasso di circa il 2% annuo (tasso considerato sostenibile).
Ma perché l’inflazione ha avuto un’impennata? Sulle dinamiche inflattive 2 sono gli aspetti che incidono particolarmente: politiche monetarie della Banca Centrale e politiche fiscali dei singoli paesi.
Il periodo 2010-2020 è stato caratterizzato da tassi a 0 e politiche fiscali espansive poiché l’economia globale doveva essere stimolata per riprendersi dalla batosta della crisi del 2008 prima e da quella Covid poi. Ci sono quindi voluti 10 anni per fare in modo che i prezzi tornassero a crescere e di concerto l’economia globale.
Ma a che prezzo? “In finanza non esistono pasti gratis”, infatti portare i tassi a zero vuol dire azzerare il costo del denaro, in modo tale da facilitare l’indebitamento (esempio: mutui costano di meno) e stimolare gli investimenti (es: acquisto di immobili, inizio di un’attività ecc…), così come politiche fiscali espansive (esempio: sussidi) comportano un aumento delle risorse finanziarie a disposizione delle persone.
Chiaramente, la diretta conseguenza dell’aumento della capacità di acquisto e di investimento è una crescita del tasso di inflazione, che nel periodo post-Covid in Italia ha raggiunto anche il 10% su base annua. Infatti per la legge della domanda e dell’offerta se più individui vogliono acquistare un bene, quel bene aumenterá di valore poiché l’offerta si adegua alle nuove condizioni di mercato.
Ecco perché attualmente per contenere l’inflazione i tassi sono stati aumentati dalla BCE e quindi il costo del denaro è aumentato in maniera vertiginosa innescando i meccanismi di cui sopra nella direzione opposta: aumento tassi-aumento costo del denaro-meno persone che si indebitano-meno persone che investono e acquistano- riduzione inflazione, cioè del ritmo di crescita dei prezzi (NON RIDUZIONE DEI PREZZI!)
Tassi di interesse e mutui
L’esigenza di contenere l’inflazione ha portato dunque la BCE ad incrementare i tassi di interesse, inasprendo le condizioni economiche e impattando il mercato dei mutui.
Come sono influenzati i mutui dalla dinamica dei tassi di interesse? È doveroso in prima battuta fare una distinzione tra mutui a tasso fisso e mutui a tasso variabile.
Questa differenza puó sembrare banale, ma in realtà gli interessi delle due tipologie di mutuo sono indicizzati a parametri differenti. Infatti, i mutui a tasso fisso sono parametrati al tasso EURIRS (European Interest Rate Swap) della durata di riferimento del mutuo consultabile al seguente link mentre i mutui a tasso variabile sono parametrati al tasso EURIBOR (solitamente si utilizza l’Euribor a 3 Mesi) consultabile qui.
ATTENZIONE: i costi di un mutuo non sono dati solo dal tasso di interesse ma anche dallo “spread”, componente di interesse richiesta dalla banca sulla base della qualità del debitore. Il tasso di riferimento e lo spread rappresentano il tasso di interesse nominale detto TAN (Tasso Annuo Nominale), mentre la somma di tutti i costi del mutuo (TAN+costi della pratica, istruttoria, gestione, notaio ecc…) è il TAEG (Tasso Annuo Effettivo Globale).
Consiglio di considerare il TAEG per valutare la convenienza di un mutuo.
La rata di mutuo comprenderà la quota capitale e la quota interessi (tasso di riferimento + spread).
In basso vediamo il grafico dell’Euribor a 1 mese e a 3 mesi.
Come proteggersi dall’inflazione
Alla luce di quanto detto dunque, è imprescindibile comprendere in che modo le dinamiche inflattive impattano il nostro stile di vita. L’inflazione e, in particolare, le fiammate inflazionistiche come quelle del 2022 erodono i risparmi.
Ecco perché è fondamentale comprendere la distinzione tra tasso di interesse nominale e reale di qualsiasi strumento finanziario. Infatti un conto deposito che ha un rendimento nominale del 3% netto in un anno, in realtà ha un rendimento reale (cioè al netto dell’inflazione) inferiore o addirittura negativo. Questo poichè vale la seguente formula: TASSO REALE=TASSO NOMINALE-INFLAZIONE.
C’è un modo per proteggersi dall’inflazione: far rendere i nostri risparmi ad un tasso almeno pari a quello dell’inflazione annua obiettiva. Il tasso di inflazione annuo target per la BCE è il 2% annuo nei prossimi anni e attraverso un portafoglio bilanciato è possibile riuscire a preservare il valore reale dei nostri risparmi.
Vuoi capire in che modo proteggerti dall’inflazione? Prenota una call gratuita o invia una mail a [email protected], sarò lieto di aiutarti!