BTP con scadenze lunghe: opportunità o rischi eccessivi?
Come già spiegato nell’articolo al seguente link, un BTP (Buono del Tesoro Poliennale) è un titolo di debito dello stato italiano, che in finanza prende il nome di obbligazione governativa.
Ti è sicuramente capitato di assistere a pubblicità sui BTP, dei quali se ne parla come unica forma di risparmio da prendere in considerazione per tutta la vita.
Tuttavia sono gli obiettivi del risparmiatore a fare la differenza nelle scelte di investimento oltre al fatto che è doveroso tener conto di alcuni aspetti tecnici importanti quando si prende una decisione di acquisto di un qualsiasi strumento finanziario, assicurativo o previdenziale.
Avrai probabilmente pensato di acquistare solo BTP “lunghi” (ad esempio BTP 2037 o BTP 2072) e detenerli fino alla scadenza, ma capiamo insieme perché questa scelta non è la migliore.
Indice dei contenuti
Come funzionano i BTP
I BTP, obbligazioni governative dello stato italiano, sono a tasso fisso e restituiscono il capitale a scadenza. Il meccanismo prevede il pagamento di cedole(interessi) solitamente semestrali (a volte trimestrali) e hanno un taglio minimo di 1.000€ e sono emessi al prezzo di 100€.
ESEMPIO
BTP scadenza 2048 acquistato in fase di collocamento nel 2017 quindi con prezzo a 100€ e cedola annua del 3,45%. Le cedole sono sempre al lordo della tassazione che per i BTP è al 12,5%.
Il risparmiatore ha investito 10.000€ nel suddetto BTP, acquistandone quindi 100 (10.000€/100€). La cedola ammonta a 172,5€ lordi a semestre, per un totale di 345€ annui su 10.000€ (3,45% annuo). Al momento del pagamento dell’ultima cedola verrà restituito anche il capitale investito (10.000€).
In 31 anni dunque, il BTP avrà generato al risparmiatore 10.695€ (345€*31 anni) di interessi totali sul capitale restituito a scadenza di 10.000€. Decurtato il 12,5% di tassazione, gli interessi effettivamente incassati dal risparmiatore saranno pari a circa 9.358€ quindi circa il 3% netto annuo.
Ma siamo proprio sicuri del fatto che sia la soluzione migliore?
Perché non investire solo in BTP con scadenza 2037, 2048 o 2072?
Alla luce di quanto ci siamo detti fino ad ora, sorge spontanea la seguente domanda: perché non investire solo in un BTP lungo (esempio: btp 37 o btp 72) e detenerlo fino a scadenza, godendo di cedole e della garanzia del capitale investito che , ricordiamo, vale SOLO A SCADENZA?
Ed è proprio questo uno degli errori più commessi dal risparmiatore non consapevole, vediamo perché.
In prima battuta, è doveroso fare riferimento alla diversificazione, unica e vera forma di protezione per tutti.
In termini geografici, la diversificazione del rischio Italia è fondamentale. Questo perché già la carriera lavorativa di un italiano è per forza di cose altamente dipendente dalle condizioni economiche del nostro Paese, per cui è giusto che gli investimenti siano salvaguardati e distribuiti a livello globale.
In termini finanziari, la diversificazione di asset class (azionario, obbligazionario, materie prime…) ha un grande impatto sull’emotività del risparmiatore e sulla sua capacità di rispettare la strategia di investimento impostata per raggiungere i propri obiettivi.
Notiamo che il BTP 2048 ha avuto un importante riduzione di valore (circa -17%) a differenza del guadagno generato dal portafoglio bilanciato diversificato negli ultimi 5 anni.
Solo se il BTP è tenuto fino alla scadenza quindi fino al 2048, il risparmiatore riceverà, oltre alle cedole di 345€ lordi, anche il capitale a scadenza. Nel frattempo però avrà rinunciato alla prima soluzione, che oltre a fornire rendimenti di gran lunga superiori consente di ridurre le oscillazioni legate al singolo strumento presente in portafoglio, come si nota anche dal confronto dei due grafici.
Quest’ultimo fattore è importante soprattutto per l’emotività dell’investitore, il quale potrebbe non sopportare un`oscillazione eccessiva (pur trattandosi di un titolo di stato italiano) e vendere il suo BTP prima della scadenza, subendo una perdita!
Inoltre, in 31 anni il portafoglio bilanciato di cui sopra ha generato interessi pari a 23.731€ lordi cioè 17.561€ netti se le posizioni vengono chiuse (in questo caso la tassazione è al 26%) rispetto ai 9.358€ netti del BTP 2048.
ATTENZIONE!!! Una delle caratteristiche di un portafoglio bilanciato comprensivo di strumenti diversificati(esempio: fondi di investimento) è che l’imposta del 26% viene pagata solo al momento della vendita degli strumenti, mentre per il BTP acquistato in fase di collocamento l’imposta del 12,5% viene sempre pagata sulle cedole che saranno accreditate al netto, aspetto che penalizza in maniera importante il meccanismo dell’interesse composto (interessi generati da altri interessi).
L’approccio giusto agli investimenti
Qual è quindi la soluzione migliore? In termini di strumenti, non esiste una scelta che va bene per tutti, ma, in termini di approccio ad un progetto di investimento, ogni risparmiatore dovrebbe farsi guidare dal principio della diversificazione.
Questo perché la diversificazione consente di non far dipendere il proprio futuro finanziario da condizioni di mercato specifiche o dal destino di singole aziende e/o stati.
In effetti, il BTP è una forma di investimento standard che non può costituire il 100% dei propri investimenti , come del resto qualsiasi strumento finanziario.
Quello che deve far riflettere inoltre è che il mercato italiano è rappresentativo di circa il 2% di quello globale, per cui quando si sceglie di investire i propri risparmi nel mercato italiano, sia esso azionario o obbligazionario, bisogna pensare concretamente al fatto che ci si sta legando al destino di strumenti finanziari che rappresentano solo una piccolissima fetta delle innumerevoli alternative di investimento che sono a disposizione del risparmiatore.
Dunque quando si imposta un piano di investimento, bisogna prima partire dai propri obiettivi e poi scegliere gli strumenti sulla base di ciò che si vuole ottenere. Infatti un approccio corretto in finanza prevede la combinazione di asset class, paesi, settori e strumenti decorrelati tra loro e nelle giuste proporzioni in relazione ai suddetti obiettivi.
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